autunno

E’ facile apprezzare la campagna nelle stagioni amiche.

In primavera la collina è una profusione di giallo e rosa,  ginestra e rosa canina, e il verde tenero riaccende la speranza. Poi arriva l’estate calda ed esplode di sole, l’aria di vacanza pervade lo spirito.

Quando poi, più tardi, il dovere richiama in città e il lavoro riprende, lo scenario cambia di nuovo.

Dentro e fuori.

Dentro si ha già la nostalgia delle lunghe ore di luce e del tepore avvolgente delle brezze, l’umore muta, il sonno si fa inquieto.

E anche fuori i colori cambiano, ma prima di spegnersi del tutto nel gelo invernale, regalano la loro ultima esplosione.

   Allora il giallo da oro si fa ocra, i verdi virano al sottobosco e il rosso punteggia i versanti.

E  la campagna diventa una unica tavolozza e lo sguardo si incanta in tanta bellezza.

Perfino le prime nebbie, o le nuvole che salgono dalla valle aggiungono valore al paesaggio che si stende a partire dalla terra bruna fino al cielo di una limpidezza inaspettata.

L’orto è stato rinnovato.  Ai pomodori freschi e saporiti, alle zucchine croccanti e ai peperoni si succedono le erbe e i cavoli.  Radicchi, bietole e spinaci e poi cavolo nero, cappuccio, verza, cavolfiore che preannunciano le zuppe fumanti da consumarsi davanti alla stufa con un bicchiere di vino rosso per corredo.

L’autunno.

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