Un regalo al Querceto

Ad un anno esatto dalla partenza sui velieri dei porti grigi del mio amato compagno, mentre eravamo riuniti con i soliti fratelli per ricordarlo, dalla strada che sale al Casetto, con una bottiglia di vino rosso ed un  dolce artigianale fantastico,  sono venuti a trovarmi i nuovi vicini.

A lungo avevamo fantasticato su chi avrebbe acquistato Ca’ Pietra, la vecchia casa colonica qua sotto: ci sarebbero piaciuti? Avremmo legato e condiviso con loro l’amore per questa terra? Non era facile immaginare,  ma ci piaceva parlarne ed eravamo curiosi di vedere chi sarebbe arrivato.

Ricordo ancora l’entusiasmo quando un paio di estati fa ci dissero che qualcuno si era fatto avanti e dunque si aspettava…

Lui forse li ha visti qualche volta passare, io forse li ho incrociati inconsciamente, ma fino a questo aprile null’altro.

Poi, come un regalo atteso con trepidazione, sono giunti.

Gatto Faramir ha capito immediatamente, lui sa come accogliere gli ospiti, lui sa quando chi arriva non è un ospite ma parte di questo posto. E’ stato subito amore tra lui e Carolina.

Ed è stata subito sintonia tra noi.

Sognatori come noi, visionari come noi,  gente giusta per questa collina.

Carolina: tedesca, bionda, leggera e luminosa come un’elfa tolkeniana, bella, semplice, mi trasmette serenità con il suo sguardo che va oltre le apparenze, lei sente e ti fa sentire e ti fa vedere.   Connessa con questo posto, con gli alberi, con la terra, si emoziona davanti ai meravigliosi tramonti rossi dietro il Monte Adone, alla indimenticabile scia della stella cadente che l’altra notte abbiamo visto attraversare il  cielo blu dal campo qui sopra ed anche per i miei racconti, per le canzoni e per il cibo e ringrazia sempre per tutto con una gratitudine verso l’immenso che riempie l’anima.

 

Luca: sogna anche lui con la sua irrequietezza e al tempo stesso la sua calma; una centrifuga di idee, progetti che non sa tenere a freno ed è contagioso in tutto questo.

Le arnie con le api, il primo miele (mai assaggiato uno più buono!), il trattore per questi campi troppo a lungo abbandonati che ora si ridestano e chiedono attenzione, e tanto tanto altro per i giorni che verranno, da costruire, immaginare, programmare..

Mi ricorda un palloncino a stento trattenuto dal filo di nylon, un momento pronto a sfuggire per inseguire il vento, il momento dopo fermo ad annusare quietamente l’aria.

E comunque trascina… e noi lo seguiamo curiosi.

Per fortuna poi c’è Davide, che ci riporta tutti alla realtà con i suoi conti, le sue valutazioni e la sua praticità. Deformazione professionale, certamente, perché è palese quanto anche lui sia immerso in questa avventura, affascinato e stregato come tutti quelli che frequentano questi posti e la loro magia, ma al tempo stesso non ne perde di vista gli aspetti concreti… lui ci  regala riflessioni indispensabili, ma anche allegria e canti accompagnati con la chitarra ed è il centro  delle discussioni che ci impegnano dopo cena con un buon bicchiere di nocino a rilassarci la mente… e a farmi infuriare perché mai una volta la pensiamo allo stesso modo!

Ed anche questo è il bello delle serate al Casetto.

E quindi il regalo è arrivato, questo agosto sta vedendo giorni pieni di parole e di energia e di amore per quanto ci circonda, per il Casetto, per questa collina, per le colline della Pietra… per il Querceto.

 

 

 

2 risposte a “Un regalo al Querceto”

  1. La tua descrizione accende il desiderio di poter condividere la magia del Casetto . Vi auguro dI realizzare i vostri sogni e di poterli presto trasformare nella realtà serena che desiderate.

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