inizia settembre… tutti cominciano a chiedermi cosa penso di fare per il prossimo inverno: torni, vero, un po’ in città? … stamattina sono andata in paese, Pianoro Vecchio, a fare spese varie: strada facendo colpi di clackson e saluti con i vicini, poi con la farmacista, carinissima, parliamo di gatti e cani, in ferramenta mi consigliano le lampadine migliori per la cappa e si mettono a disposizione per trovarmi i filtri che non trovo, il tutto con il sorriso ed una cortesia ormai rara… Al consorzio sono amici e trovo sempre quel che mi occorre, al market gentilissimi… ma io… perchè dovrei voler tornare in città??? per non parlare dei tramonti di queste sere, del silenzio e della libertà con cui i miei gatti salgono e scendono dagli alberi e corrono per la collina…
Peter Pan mi ha sempre affascinato, J.M. Barrie ha toccato corde profonde, il bambino che non voleva crescere è parte di ognuno di noi e gli fanno compagnia fate, gnomi, elfi e tutti gli abitanti dei racconti, delle favole e dei miti che sono lo specchio in cui si riflettono i nostri desideri e le nostre aspirazioni.
E sono presenze in cui confidiamo e a volte temiamo, e sono una compagnia che mai ci lascia nel nostro percorso, da fanciulli e durante il corso della vita, anche dei più scettici e dei più agnostici perché semplicemente loro ci sono – che ci si voglia credere o no…
E poiché io per prima ho bisogno di una traccia, di un suggerimento o della memoria della loro essenza, mi piace circondarmi di segni che mi ricordino quanto pure una solitudine è in realtà affollata se ci si abbandona al sogno.
Ho realizzato la prima porticina anni fa, ai piedi di un tronco, a celare una cavità che mi ispirava abitazioni nascoste, segrete, magiche… attorno ho fatto crescere un giardinetto perché tutto fosse più vero.
Ogni volta che qualche amico la scorgeva gioivo della sorpresa che gli procurava, non si può resistere quando la fantasia chiama.
Mi sono quindi più volte ripromessa di costruirne altre per condividere il fascino di questi piccoli angoli nascosti, in un giardino, in una stanza, semplicemente a ridosso di un anonimo battiscopa che si anima di meraviglia.
L’occasione è stato il compleanno di Matilde.
Le avevo mostrato la mia porticina quando era venuta con i suoi genitori a trovarmi: accompagno spesso i bimbi a vederla perché lo stupore sui loro volti mi riempie di contentezza.
Forse cinque anni sono pochi per cogliere il senso dell’incanto del saper fantasticare, ma il fantasticare è parte stessa dell’essere piccoli e i bambini non hanno bisogno di spiegazioni, loro percepiscono e sanno.
Questa la porticina che ho preparato per lei, l’ha guardata un attimo poi è tornata ai suoi giochi ma forse un giorno la vedrà e la aprirà per entrare nel suo mondo fatato.
Ritorno al Casetto con un paio di mesi di ritardo. L’inimmaginabile
è accaduto, prigionieri di un virus la nostra vita è andata in pausa.
Faramir e Gebo
Nel frattempo però il semenzaio in serra e le poche piante già messe in terra nel nuovo orto crescevano ed un nuovo arrivo aveva abbellito la collina.
IL SEMENZAIO IN SERRALE FAVE
Scelti appositamente da Sergio in un vivaio in Toscana, in
provincia di Pistoia – proprio pochi
giorni prima che tutto si fermasse – sono stati piantati tre meravigliosi
olivi.
Glieli aveva segretamente commissionati Monica, amica di Verona che non fa mai mancare
il suo affetto in ricordo di Junio, (l’anno scorso, con altri amici, mandò i bellissimi alberi da frutta e nacque “il frutteto”!)
E’ stata una bellissima sorpresa, tenutami nascosta fino all’ultimo
quando mi sono arrivate le foto!
Ero in città e mi sono dovuta accontentare di quelle, finchè
non ho potuto far ritorno.
Grazie Monica, sempre presente e sempre cara, ogni volta mi
stupisci e mi regali gioia!
Eccoli qua: un
taggiasco, un frantoio ed un leccino.
olivo tagiascoolivo leccinoolivo frantoio
Sono stati stati sistemati a prolungamento della staccionata
del nuovo orto, nel campo grande da poco seminato a grano saraceno, facelia e
fiori per le api.
Il Casetto si adorna e si riprende spazi abbandonati!
L’olivo, insieme alla vite, è per me simbolo di vita, con le
foglie argentee tese verso il cielo in sfida come lunghe dita dai rami nodosi.
Ora siamo qui e si riparte.
Con una velocità inquietante è passato un altro inverno. Non sono mai del tutto veramente andata via, solo – da metà gennaio – ho preferito dormire in città accompagnata dai gatti Faramir e Gebo, mentre La Miciuzza è rimasta a far la guardia.
Ogni volta che ho potuto ed ogni week end sono tornata e con gli amici.
Abbiamo festeggiato compleanni, il solstizio e il Capodanno bruciando alloro nel fuoco sacro consegnando alle fiamme i nostri propositi e i nostri desideri per l’anno in arrivo.
Abbiamo arrostito castagne e bevuto vino rosso al caldo della stufa.
A Natale abbiamo gustato insieme il nocino invasato a giugno scoprendo che, nonostante fosse il nostro primo tentativo, è riuscito buonissimo, il più buono di tutti!
Come al solito ho preparato il liquore di rosa canina ed ho provato a farne uno con i cachi della Pietra.
Ho provato anche a fare l’idromele insieme al Fante, appositamente venuto da Vicenza ad insegnarmi (lo abbiamo curato come un figlio, misurandone i gradi con il mostimetro e guardandolo fermentare; ora è imbottigliato in attesa dei prossimi assaggi)
Ho fatto fermentare le mele per fare l’aceto che ora riposa in una bellissima botticella di rovere, impregnata di aceto balsamico di Modena, regalatami dai miei genitori.
Ho messo in serra i vasi con le piante più sensibili, ho piantato cavoli e broccoli per le zuppe e le frittate di questi mesi ed ho iniziato il semenzaio per le prossime semine nel nuovo bellissimo orto appena recintato.
Insomma, mi sono come sempre data da fare con mille attività per stare il più possibile nella mia collina vicino a lui ed al suo spirito sempre presente…
Ora la primavera è alle porte: quella del calendario, perché in effetti di belle giornate ce ne sono già state tante anche e la temperatura ha ingannato l’orto, il frutteto e tutta la collina.
Le violette hanno tappezzato i prati già da un po’, i narcisi e i giacinti sono fioriti, i mandorli hanno addirittura già perso i fiori e quasi non sembra ci sia stato sonno nel gelo mancato.
Presto tornerò e avrò nuove storie e nuove sorprese!