Stavo mettendo via i rametti di rosmarino per seccarli per l’inverno quando mi arriva un messaggio su whatsapp: è Monica P. che mi dice che si aspettava che io scrivessi qualcosa delle piante arrivate da Verona nelle “Cronache del Casetto”… Le rispondo subito che ci ho pensato tante volte, ho anche messo via foto e materiale, ma per me entrare in questo blog – che avevo voluto perché lui avesse una vetrina per i suoi meravigliosi lavori col legno e mio figlio uno spazio per la sua immensa fantasia e grande capacità di scrittura – è diventato difficile.
Avrei tanto da raccontare, la ricetta del nocino del Querceto (fatto con Luca e Carolina il 24 giugno e che berremo a Natale), quelle dei nuovi liquori che sto sperimentando, della composta di mele con le spezie, della marmellata di fichi con le zeste di limone e storie su questi posti e sui dintorni che ho raccolto per pubblicarle, ma sono bloccata. I pensieri vagano, sembrano pronti ad uscire ma poi si fermano nell’aria e non si fissano in immagini.
Lui mi manca. Lui manca a tutti.
E manca tanto, lo so, anche agli amici di Verona che in aprile, ad un anno dalla sua partenza sulla via che prosegue senza fine, lungi dall’uscio dalla quale parte, hanno voluto ricordarlo in un modo bellissimo.

Hanno regalato un frutteto al Casetto. Il frutteto di Junio: meli, peri, pruni, ciliegi, cachi, peschi, mandorli, melograni, albicocchi per un totale di 20 alberelli da piantare per lui. E’ stata una sorpresa, realizzata anche con la complicità di Sergio che è andato con il Daily fino a Verona per caricarli e portarli qui all’inizio di aprile.Li ha tenuti nei loro vasi a casa sua per qualche settimana perché il tempo non era buono ed era subentrato anche un problema di acqua, con il pozzo da ripristinare.

Alla fine il Ciccio me li ha portati su e li abbiamo messi al riparo dal vento dietro al fienile in attesa di riuscire a metterli a dimora. Infine ai primi di maggio io e Lisa abbiamo deciso che pioggia o non pioggia (ed in effetti continuava a diluviare) li avremmo sistemati.
Il giorno prima io avevo già piantato il mandorlo accanto all’orto in fila con gli altri mandorli del Casetto: sembrava un cucciolo vicino ai genitori con la sua piccola chioma in confronto con le grandi chiome degli altri che sono qui da sempre.

La scelta della zona è stata complicata, non ci sono spazi liberi in piano attorno alla casa, tutto è già sfruttato al centimetro e gli alberi da frutta richiedono un sesto di impianto che non riuscivo a realizzare; quindi l’unica possibilità è parsa la scarpata, piuttosto ripida, ma soleggiata ed al tempo stesso protetta dai venti, dietro casa a ovest.
Abbiamo iniziato a scavare (soprattutto Lisa, perché io non ho il fisico…) e melograno, peri ed albicocchi sono stati posizionati.


Il resto del lavoro lo hanno portato a termine Sergio e i suoi ragazzi, sempre bravi ed efficienti.

Solo il Prunus cerasifera dalle foglie rosse ho voluto metterlo fuori dal cancello, accanto all’olmo di Junio, con appesa una scritta: dai fratelli, per sempre.
Fratelli che non lo dimenticheranno e che io non dimenticherò.

Ora l’estate è passata e siamo in autunno, ho raccolto qualche mela un paio di pere, susine e pesche: sono piante ancora giovani ed è presto per i frutti, eppure hanno voluto da subito offrire il loro regalo al Casetto, a Junio.
Non tutte hanno radicato bene e qui l’inverno è duro. Qualcuna non ce la farà qualcuna sì, quello che resterà sempre sarà comunque il ricordo del gesto di amore che gli amici di Verona hanno fatto per lui.
Il tuo frutteto, nella tua casa… ti sarebbe piaciuto, lo proteggerai, vero?

p.s. sì , Monica P. , ho scritto, per mio figlio come mi hai suggerito tu, per te e per gli altri che hanno in ogni modo contribuito a questo bellissimo regalo – GRAZIE A TUTTI