Siamo già a metà agosto…

Ho già messo tutto in ordine dopo le feste

Ferragosto è un punto di passaggio tra i pensieri dell’estate e quelli dell’autunno.

Ho rimandato ogni problema a dopo… ma adesso che ci siamo ancora non ho risposte.

Le impostazioni della mia vita sono cambiate.

Ho resettato ogni convinzione.

Non riesco più a programmare…Il mio motto adesso è
HIC ET NUNC

domani è un altro giorno.

Tornare in città???

inizia settembre… tutti cominciano a chiedermi cosa penso di fare per il prossimo inverno: torni, vero, un po’ in città? … stamattina sono andata in paese, Pianoro Vecchio, a fare spese varie: strada facendo colpi di clackson e saluti con i vicini, poi con la farmacista, carinissima, parliamo di gatti e cani, in ferramenta mi consigliano le lampadine migliori per la cappa e si mettono a disposizione per trovarmi i filtri che non trovo, il tutto con il sorriso ed una cortesia ormai rara… Al consorzio sono amici e trovo sempre quel che mi occorre, al market gentilissimi… ma io… perchè dovrei voler tornare in città??? per non parlare dei tramonti di queste sere, del silenzio e della libertà con cui i miei gatti salgono e scendono dagli alberi e corrono per la collina…

TRE OLIVI

Ritorno al Casetto con un paio di mesi di ritardo. L’inimmaginabile è accaduto, prigionieri di un virus la nostra vita è andata in pausa.

Faramir e Gebo

Nel frattempo però il semenzaio in serra e le poche piante già messe in terra nel nuovo orto crescevano ed un nuovo arrivo aveva abbellito la collina.

IL SEMENZAIO IN SERRA
LE FAVE

Scelti appositamente da Sergio in un vivaio in Toscana, in provincia di Pistoia  – proprio pochi giorni prima che tutto si fermasse – sono stati piantati tre meravigliosi olivi.

Glieli aveva  segretamente commissionati  Monica, amica di Verona che non fa mai mancare il suo affetto in ricordo di Junio, (l’anno scorso, con altri amici,  mandò i bellissimi alberi da frutta  e nacque “il frutteto”!)

E’ stata una bellissima sorpresa, tenutami nascosta fino all’ultimo quando mi sono arrivate le foto!

Ero in città e mi sono dovuta accontentare di quelle, finchè non ho potuto far ritorno.

Grazie Monica, sempre presente e sempre cara, ogni volta mi stupisci  e mi regali gioia!

Eccoli qua:  un taggiasco, un frantoio ed un leccino.

olivo tagiasco
olivo leccino
olivo frantoio

Sono stati stati sistemati a prolungamento della staccionata del nuovo orto, nel campo grande da poco seminato a grano saraceno, facelia e fiori per le api.

Il Casetto si adorna e si riprende spazi abbandonati!

L’olivo, insieme alla vite, è per me simbolo di vita, con le foglie argentee tese verso il cielo in sfida come lunghe dita dai rami nodosi. Ora siamo qui e si riparte.

PRESTO TORNERO’ … CON NUOVE STORIE

Con una velocità inquietante è passato un altro inverno.  Non sono mai del tutto veramente andata via, solo – da metà gennaio – ho preferito dormire in città accompagnata dai gatti Faramir e Gebo, mentre La Miciuzza è rimasta a far la guardia.

Ogni volta che ho potuto ed ogni week end sono tornata e con gli amici.

Abbiamo festeggiato compleanni,  il solstizio e il Capodanno bruciando alloro nel fuoco sacro consegnando alle fiamme i nostri propositi e i nostri desideri per l’anno in arrivo.

 

Abbiamo arrostito castagne e bevuto vino rosso al caldo della stufa.

A Natale abbiamo gustato insieme il nocino invasato a giugno scoprendo che, nonostante fosse il nostro primo tentativo, è riuscito buonissimo, il più buono di tutti!

Come al solito ho preparato il liquore di rosa canina ed ho provato a farne uno con i cachi della Pietra.

Ho provato anche a fare l’idromele insieme al Fante, appositamente venuto da Vicenza ad insegnarmi (lo abbiamo curato come un figlio, misurandone i gradi con il mostimetro e guardandolo fermentare; ora è imbottigliato in attesa dei prossimi assaggi)

Ho fatto fermentare le mele per fare l’aceto che ora riposa in una bellissima botticella di rovere, impregnata di aceto balsamico di Modena, regalatami dai miei genitori.

Ho messo in serra i vasi con le piante più sensibili, ho piantato cavoli e broccoli per le zuppe e le frittate di questi mesi ed ho iniziato il semenzaio per le prossime semine nel nuovo bellissimo orto appena recintato.

Insomma, mi sono come sempre data da fare con mille attività per stare il più possibile nella mia collina vicino a lui ed al suo spirito sempre presente…

Ora la primavera è alle porte: quella del calendario, perché in effetti di belle giornate ce ne sono già state tante anche e la temperatura ha ingannato l’orto, il frutteto e tutta la collina.

Le violette hanno tappezzato i prati già da un po’, i narcisi e i giacinti sono fioriti, i mandorli hanno addirittura già perso i fiori e quasi non sembra ci sia stato sonno nel gelo mancato.

 

Presto tornerò e avrò nuove storie e nuove sorprese!

IL FRUTTETO DI JUNIO

Stavo mettendo via i rametti di rosmarino per seccarli per l’inverno quando mi arriva un messaggio su whatsapp: è Monica P. che mi dice che si aspettava  che io scrivessi qualcosa delle piante arrivate da Verona nelle “Cronache del Casetto”… Le rispondo subito che ci ho pensato tante volte, ho anche messo via foto e materiale, ma per me entrare in questo blog – che avevo voluto perché lui avesse una vetrina per i suoi meravigliosi lavori col legno e mio figlio uno spazio per la sua immensa fantasia e grande capacità di scrittura –  è diventato difficile.

Avrei tanto da raccontare, la ricetta del nocino del Querceto (fatto con Luca e Carolina il 24 giugno e che berremo a Natale), quelle dei nuovi liquori che sto sperimentando, della composta di mele con le spezie, della marmellata di fichi con le zeste di limone e storie su questi posti e sui dintorni che ho raccolto per pubblicarle, ma sono bloccata. I pensieri vagano, sembrano pronti ad uscire ma poi si fermano nell’aria e non si fissano in immagini.

Lui mi manca. Lui manca a tutti.

E manca tanto, lo so, anche agli amici di Verona che in aprile, ad un anno dalla sua partenza sulla via che prosegue senza fine, lungi dall’uscio dalla quale parte, hanno voluto ricordarlo in un modo bellissimo.

Hanno regalato un frutteto al Casetto. Il frutteto di Junio: meli, peri, pruni, ciliegi, cachi, peschi, mandorli, melograni, albicocchi per un totale di 20 alberelli da piantare per lui. E’ stata una sorpresa, realizzata anche con la complicità di Sergio che è andato con il Daily fino a Verona per caricarli e portarli qui all’inizio di aprile.Li ha tenuti nei loro vasi a casa sua per qualche settimana perché il tempo non era buono ed era subentrato anche un problema di acqua, con il pozzo da ripristinare.

Alla fine il Ciccio me li ha portati su e li abbiamo messi al riparo dal vento dietro al fienile in attesa di riuscire a metterli a dimora. Infine ai primi di maggio io e Lisa abbiamo deciso che pioggia o non pioggia (ed in effetti continuava a diluviare) li avremmo sistemati.

Il giorno prima io avevo già piantato il mandorlo accanto all’orto in fila con gli altri mandorli del Casetto: sembrava un cucciolo vicino ai genitori con la sua piccola chioma in confronto con le grandi chiome degli altri che sono qui da sempre.

La scelta della zona  è stata complicata, non ci sono spazi liberi in piano attorno alla casa, tutto è già sfruttato al centimetro e gli alberi da frutta richiedono un sesto di impianto che non riuscivo a realizzare; quindi l’unica possibilità è parsa  la scarpata, piuttosto ripida, ma soleggiata ed al tempo stesso protetta dai venti, dietro casa a ovest.

Abbiamo iniziato a scavare (soprattutto Lisa, perché io non ho il fisico…) e melograno, peri ed albicocchi sono stati posizionati.

Il resto del lavoro lo hanno portato a termine Sergio e i suoi ragazzi, sempre bravi ed efficienti.

 

 

 

Solo il Prunus cerasifera dalle foglie rosse ho voluto metterlo fuori dal cancello, accanto all’olmo di Junio, con appesa una scritta: dai fratelli, per sempre.

Fratelli che non lo dimenticheranno e che io non dimenticherò.

 

 

Ora l’estate è passata e siamo in autunno, ho raccolto qualche mela un paio di pere, susine  e  pesche:  sono piante ancora giovani ed è presto per i frutti, eppure hanno voluto da subito offrire il loro regalo al Casetto, a Junio.

Non tutte hanno radicato bene e qui l’inverno è duro. Qualcuna non ce la farà qualcuna sì,  quello che resterà sempre sarà comunque il ricordo del gesto di amore che gli amici di Verona hanno fatto per lui.

Il tuo frutteto, nella tua casa… ti sarebbe piaciuto, lo proteggerai, vero?

p.s. sì , Monica P. , ho scritto, per mio figlio come mi hai suggerito tu, per te e per gli altri che hanno in ogni modo contribuito a questo bellissimo regalo – GRAZIE A TUTTI